La cucina della Tuscia rappresenta un connubio di antiche abitudini alimentari comprese fra la Toscana, l’Umbria e Roma. Geograficamente puo’ essere identificata nel territorio compreso tra l’alto Lazio e l’Etruria meridionale. E’ ancora oggi una cucina povera, composta dai piatti base di tutti i giorni, piatti che nei tempi passati erano legati al ciclo delle stagioni, in un’economia agricola prevalentemente basata sulle fatiche e sui sacrifici del singolo. Si tratta di prodotti sani e genuini forniti dalla terra come, ad esempio, il saporitissimo olio extravergine d’oliva prodotto grazie ai numerosi uliveti sparsi su tutto il territorio; il frumento, prodotto in abbondanza ancora oggi nelle zone della Maremma Laziale, in particolar modo Tuscanica, Monteromano e Tarquinia. Frumento che gia’ ai tempi degli Etruschi riforniva i mercati di Roma; i legumi provenienti dalle zone collinari, come le famose lenticchie di Onano e i fagioli di Sutri; gli ortaggi che abbondano nei terreni limitrofi al lago di Bolsena e lungo la costa tirrenica; le erbe aromatiche sparse su tutto il territorio in particolar modo la mentuccia e il finocchio selvatico con i suoi fiori essiccati e conservati che donano ai piatti inconfondibili profumi dell’antica terra d’Etruria. Infine il pesce dei laghi di Bolsena e di Vico, quali il coregone, il pesce persico, il luccio, la tinca, l’anguilla e i lattarini. Non puo’ mancare una nota enogastronomica che ricordi i diversi vini DOC tra cui primeggia il celebre Est Est Est di Montefiascone (con la sua curiosissima storia), l’apprezzato Orvieto, il giovane Vignanello, il Cerveteri della zona costiera e l’Aleatico di Gradoli.